lunedì 29 giugno 2015

La dieta mediterranea è a rischio d'estinzione?

A dirlo è uno studio della Fao. Non si parla solo di un progressivo abbandono delle norme alimentari tipiche della dieta mediterranea ma anche dell'origine dei cibi che ci vengono proposti come "mediterranei".

Solo il 10% dei prodotti che dovrebbero venire da questi luoghi sono ancora coltivati all'interno dell'area mediterranea. Queste politiche di riduzione dei costi hanno ben poco a che fare con l'esigenza di qualità che sta alla base di una corretta alimentazione.
La globalizzazione alimentare oltre a farci conoscere molte nuove tradizioni, ricette, esperienze, pratiche culinarie interessanti ha anche portato ad un mutamento evidente degli stili di vita, della cultura del mangiare. Siamo sempre meno legati ai pilastri della dieta mediterranea: cereali (meglio se poco raffinati o integrali), frutta, legumi e grassi di qualità.

Le diete imposte dalla mancanza di tempo e dalle pubblicità "all'americana" ci portano, invece, a consumare sempre più dei prodotti ricchi di sostanze nutritive poco sane. Ci manca il tempo e dobbiamo mangiare cose pronte, cibi veloci. Al giorno d'oggi questa è una grande difficoltà rispetto alla quale non possiamo fare finta di nulla. Come reagire?

Dobbiamo forse ripensare l'alimentazione e ritenerla non solo un'abitudine, qualcosa di automatico, ma un momento fondamentale della nostra vita e della nostra cultura. Dedicare più tempo ed attenzione a quello che mangiamo. Scegliere con attenzione solo i cibi migliori. stare attenti alle provenienze. Dobbiamo conservare gli aspetti positivi della dieta mediterranea, al di là delle mode e delle pubblicità che ci influenzano.

Dedicare tempo al cibo significa anche dedicare tempo ai valori che si legano al cibo: i legami umani che si creano non solo attorno ad una tavola imbandita ma anche nelle varie fasi della produzione di un alimento. Ma anche il rispetto per l'ambiente e per il pianeta che si lega ad una corretta cultura dell'alimentazione.
Non ne va solo della salute ma anche del gusto, della nostra esperienza del cibo sempre più uniformata dai sapori piatti, "iper-saporiti" dei prodotti industriali. Per questo riscoprire certe tradizioni non coincide con una ricerca del passato ma con uno sguardo attento verso il futuro.





3 commenti:

  1. Leggevo che la dieta mediterranea si trova nella lista dei Patrimoni culturali dell'umanità e che è stata riconosciuta a pochi paesi tra cui l'Italia.Tutti ,più o meno,sappiamo in che cosa consiste e che benefici dà al nostro organismo,però,appunto,spesso l'abbandoniamo in quanto preferiamo accostarci ad alimenti già pronti e/o diversi dai soliti,anche perché ci attraggono molto(siamo sinceri!).Sicuramente la vita frenetica odierna ci toglie tempo e voglia di dedicarci alla cucina,ma credo che una buona parte del nostro comportamento sia dovuto anche al venir meno della passione culinaria.Molte volte il tempo a disposizione viene speso per occuparsi di altre attività apparentemente meno impegnative o comunque più affascinanti,senza considerare l'importanza della dieta mediterranea,unita alla soddisfazione e all'appagamento personali che si provano nel realizzare un buon piatto sano e gustoso.Dobbiamo ripensare SÌ ad un'alimentazione corretta:ne va della nostra salute!

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    1. Un patrimonio ... hai proprio ragione, ma l'impressione è che la nostra società non ami molto la sua storia e sia più affascinata dalle mode.

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